Ecco come Federer è tornato a dominare: seconda giovinezza, cura Ljubičić, calo degli "alieni"

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar


    Group
    Soci
    Posts
    82,112
    Location
    Catania

    Status
    Anonymous



    Forte della doppietta Australian Open+Indian Wells, Roger Federer si presenta nelle vesti di favorito alla vigilia del Masters 1000 di Miami. Il fuoriclasse di Basilea è tornato a dominare il tennis mondiale: andiamo alla scoperta delle ragioni di una resurrezione inaspettata.

    Gennaio 2017, Roger Federer si presenta ai nastri di partenza dell’edizione numero 105 degli Australian Open da numero 17 del ranking mondiale: per la prima volta nel giro di 15 anni (!) il campionissimo di Basilea non figura tra le prime otto teste di serie dello Slam. Non gioca un match ufficiale da luglio 2016 ed è appena stato sconfitto da Alexander Zverev nel torneo non ufficiale a squadre dell’Hopman Cup. In pochi avrebbero preconizzato il ritorno del Re Fed-Ex, nessuno con ogni probabilità il double Australian Open-Indian Wells, rispettivamente primo Slam e primo Masters 1000 della stagione tennistica. Invece Roger è tornato a sciorinare il suo tennis divino conquistando uno Slam dopo 5 anni di astinenza e trionfando a spese dell'amico Wawrinka sull’amato cemento californiano di Indian Wells dove ha eguagliato – con cinque vittorie – il primato assoluto di Novak Djokovic. No, il sigillo apposto a Melbourne non era un fuoco di paglia, il miglior tennista di tutti i tempi è tornato a imporre la sua legge marziale e ha intenzioni più che bellicose per il proseguio della stagione, anche perchè gli alfieri del brutal tennis versano in un momento a dir poco travagliato.

    Le migliorie tecniche: diamo a Ivan Ljubicic...

    Da una parte le idee di Ivan Ljubicic, dall’altra la smaniosa voglia di imparare (a 35 anni suonati) di Roger Federer: questa la formula magica del ritorno in pompa magna del fuoriclasse svizzero nel gotha del tennis. Lo aveva studiato con occhio clinico per anni, dunque quando l’ex numero 3 del mondo Ivan Ljubicic ha ricevuto il prestigioso incarico di allenatore di Federer sapeva perfettamente dove andare a parare. L’era dei rovesci in back interlocutori e della posizione tre metri fuori dal campo era tramontata: era scoccata l'ora di essere più aggressivi e di tornare ad armare il “metafisico” rovescio a una mano; bando ai back, via libera ai rovesci in top d’attacco, ancor meglio se in risposta. Con i piedi ben piantati all’interno del campo, s’intende. E poi c’è quella nuova racchetta con cui il feeling cresce ogni giorno di più: merito di un ovale più grande. Addio alle stecche, insomma, con buona pace di avversari che lo ritenevo ormai umano come loro.

    Nuova vita (e seconda giovinezza)

    Uno degli X Factor dietro al rinascimento di Re Roger è certamente rappresentato da una condizione fisica tornato a sorreggerlo dopo un calvario lastricato di problemi alla schiena e al menisco; una ritrovata verve fondamentale per il suo gioco in costante anticipo e per il cosidetto Sneaky attack by Roger, ovvero la risposta in controbalzo sulla seconda di servizio dell’avversario. La risalita di Federer è inversamente proporzionale all’incupimento – tecnico e motivazionale ancor prima che fisico – dei primi due al mondo Murray e Djokovic: una dato da non trascurare, perchè l'interregno degli "alieni" aveva oscurato per diverso tempo il tennista svizzero. Fermo restando il forfait di Djokovic e Murray dal Masters 100 di Miami ormai alle porte - e considerando l'attuale Nadal, ritrovato ad alti livelli ma non più feroce come negli anni d'oro -, il favorito d’obbligo torna a essere uno e uno solo. Non più incognita come in Australia, non più mina vagante come in California, ma indiziato principale per alzare il trofeo al cielo della Florida. Con onori e oneri che la nomea comporta. Never Ending Roger.




    it.Eurosport.Yahoo.com



     
    .
0 replies since 20/3/2017, 20:30   2 views
  Share  
.